Castelli e CattedraliBarletta
Castello Normanno Svevo di Barletta
Di epoca normanna entra nel Giustizierato di Federico dal 1240. Oggi la struttura viene utilizzata per conferenze e mostre d'arte. Nel Castello c'è anche una biblioteca e la sede dell'azienda di promozione turistica
Prenota hotel a Barletta
Hotel e bed & breakfast a Barletta: cerca tra i miglior alloggi a Barletta e dintorni. Miglior prezzo garantito!
Prenota ora
Di epoca normanna è il Castello di Barletta, il cui nome compare per la prima volta in un documento risalente al 1202. E', invece, del 1240 il decreto imperiale che include la struttura barlettana tra i castelli del Giustizierato di Terra di Bari, per volere di Federico II, che vi apportò alcuni cambiamenti, come attestano le lunette di due finestre sulle quali è scolpito il simbolo federiciano per eccellenza, quello di un'aquila che artiglia la sua preda, emblema di forza animalesca ed acutezza intellettiva. Inoltre, la presenza Sveva si fa sentire anche nell'organizzazione all'interno di tale castello della Dieta, tenuta prima della partenza per la sesta Crociata. A partire dal 1269 il controllo del castello passò nelle mani degli Angioini, che portarono avanti, per volontà dell'Imperatore Carlo I e grazie alle direttive dell'architetto Pierre d'Angicourt, la ristrutturazione del palazzo e della struttura di rappresentanza regia, oltre alla costruzione di una cappella e di mura difensive che circondarono l'intero edificio, rafforzandolo dal punto di vista militare. La stessa cinta muraria fu poi irrobustita sotto gli Aragonesi, a partire dal 1458, i quali, sotto il dominio di Carlo V, si occuparono anche dell'impostazione simmetrica del castello, che assunse quattro bastioni angolari a lancia e si dotò di aperture di fuoco disposte lungo le cortine. Fu sempre Carlo V a pretendere il rafforzamento della parte del castello più esposta ad attacchi nemici, quella rivolta alla città, in un progetto che fu affidato all'ingegnere militare Evangelista Menga. Inoltre, risale a questo periodo una lapide dislocata all'entrata del castello, raffigurante lo scudo dell'Imperatore Carlo V ed indicante la data 1537, erroneamente acquisita come data della fine dei lavori sull'edificio, che, invece, pretesero molto più tempo. A seguire si sono avuti rimaneggiamenti legati soprattutto alla protezione del castello, mentre solo recentemente si sono concluse le opere di restauro iniziate nel 1970, che hanno permesso di utilizzare il castello come sito culturale. Oggigiorno, infatti, la struttura offre una sala conferenze, una sala di rappresentanza del Comune, spazi riservati a mostre e all'esposizione di utensili ed armi di grande valenza storica, un lapidarium, la sede dell'azienda di Soggiorno e Turismo, la Biblioteca Civica e l'opportunità di esporre opere pittoriche importanti provenienti dal Museo Civico, il tutto dotato delle adeguate attrezzature. Per accedere al castello si attraversa un ponte in muratura che conduce all'ingresso. Attraverso l'androne, poi, si ha accesso a diversi spazi, quali il cortile quadrato, l'antica sede del corpo di guardia e la cappella nella quale venivano sepolti i castellani. Dal cortile, si può salire su per varie scale, con le quali è possibile raggiungere il piano superiore o gli spalti.